Le etichette che ti salvano la vita (e il bucato!)

L’età avanza, la memoria indietreggia e la distrazione copre tutto come un ombrello: dopo alcuni spiacevoli incidenti ho imparato a etichettare tutto, e mi sono resa conto di quanto mi sono finalmente facilitata la vita. Ecco cosa mi sento di consigliarvi…

furtta secca

Ricordo un film del 2006 molto commovente: “Away from her – Lontano da lei“. Parla di una coppia in pensione; lei, Julie Christie, sempre bellissima ma confrontata con l’invisibile dissennatore dell’Alzheimer, è aiutata nella gestione della casa dal marito, che attacca adesivi sui cassetti per farle sapere dove riporre gli oggetti.
L’immagine di lei bloccata in cucina con questo mestolo in mano, che non sa dove metterlo, non mi è mai uscita dalla testa…

E mi viene in mente anche mio nonno, che era un ingegnere che amava l’ordine e non dover perdere tempo ed energie dove poteva risparmiarne. Lui faceva dei pizzini con disegni molto essenziali per identificare ogni cassetto, ogni raccoglitore ed ogni portachiavi. Questo era cassetto in cui lasciare le mie cose quando andavo a dormire lì:

sasha

Per contro, sua moglie era l’opposto: nel suo freezer (che non posso definire a pozzetto, ma a pozzo di San Patrizio, perché era grande come un container) mia nonna seppelliva cibo e cibo avanzato in anonimi cartoni del latte usati. E siccome lì dentro c’era più brina che sulle Dolomiti, ci avresti potuto trovare anche Oetzi in mezzo alle sue trippe accomodate e passatelli in brodo.

Da tutto questo, e da tre serie di Alessandro Borghese che supervisiona i frigoriferi di quattro ristoranti e ad ogni puntata fa un mazzo così ai cuochi che non scrivono sui contenitori cosa c’è dentro e la data, ho imparato anche io a etichettare, e a etichettare con entusiasmo.

Matias Perdomo
Farlo bene: in cucina dallo chef Matias Perdomo (Ristorante Contraste, Milano)

Il punto di svolta è arrivato il giorno in cui ho messo su una lavatrice di lenzuola preziose: facevano parte del corredo che mi aveva preparato 25 anni anni prima proprio la nonna con Oetzi nel freezer.

Alcune erano addirittura dei miei trisnonni, di un lino così pesante che ora nemmeno un principe saudita se le potrebbe permettere. Per aiutarle a sbiancarsi, essendo ingiallite da un secolo di bauli, ho aggiunto al detersivo una bella manciata di perborato.

O così pensavo.

Perché quando ho aperto l’oblò, questo è lo spettacolo che mi si è parato davanti:

bucato fail

Ho cercato disperatamente, maledincendomi, il proverbiale calzino rosso infilatosi nella federa per massimizzare il danno.

Non l’ho trovato. Ho pensato che fosse uscita della ruggine dal cestello, e ho rimesso su la lavatrice, di nuovo con detersivo e perborato.

Stesso risultato, se non peggiore. Anche Ninja cercava di capire cosa stesse succedendo, mimetizzandosi tra le mie lenzuola color ruggine:

lavatrice

gatto lavatrice

A questo punto rientra mio marito, che da bravo ingegnere quando c’è un problema fa del reverse engineering; controlla il bucato, il detersivo e il perborato e mi dice serafico: “Guarda che questo non è perborato, è il rinverdente per i gelsomini; infatti lo tieni in mezzo ai concimi e agli antiparassitari”.

WOOPS!

In effetti il mio “perborato” stava in un barattolo di vetro non meglio identificato: probabilmente la confezione di carta si era rotta o inumidita.

Un errore da dilettante: non si traferisce MAI niente in un contenitore anonimo senza rietichettarlo, è SUPERPERICOLOSO!

Così ho tirato fuori le mie fidate etichette-lavagna di Stikets e ho rimediato prima che qualcun’altro potesse fare lo stesso errore, o peggio pensare che si trattasse di bicarbonato per lavare la verdura (lo tengo nello stesso stipetto).

Non le conoscete?

Lasciate che vi illustri i pregi di queste etichette-lavagna adesive!

etichette lavagna stikets

Le uso e riuso ormai da due anni con un entusiasmo sempre crescente perché la loro resistenza è veramente incredibile:

  • sono molto spesse e robuste
  • si staccano e si riattaccano tante volte, con totale facilità, senza sciuparsi
  • ci si scrive sopra con un pennarello di gesso liquido, poi basta passare sopra con un panno umido per cancellare e scrivere di nuovo
  • vanno in lavastoviglie ed escono come nuove; le mie ci sono passate già centiniaia di volte!
etichette-adesive-stikets
Prima…
prova
… dopo!

Io le uso anche per tenere in ordine il mio cassetto delle spezie (il nonno Mario sarebbe fiero di me!):

spezie

La mia dispensa:

furtta secca

E per non incorrere in intossicazioni alimentari, le ho fissate anche su vari barattoli e contenitori da frigo e freezer:

freezer

… che poi lavo in lavastoviglie (la scritta va via), e quando riutilizzo ri-categorizzo semplicemente scrivendo sopra cosa contengono.

Insomma, non ho certo inventato la ruota: le regole dell’HACCP sono chiarissime a riguardo! Dove si fa somministrazione di alimenti e bevande è obbligatorio che i cibi non conservati nelle loro confezioni originali siano etichettati con ingredienti e data di scadenza.

Se ce lo aspettiamo dai locali che frequentiamo, perché non dovremmo essere noi per primi a salvaguardare la nostra salute a casa?

Vi segnalo che per il mese delle mamme Stikets ha una promozione in corso: con il codice MAMI2018 si ottiene uno sconto del 15% su tutto il catalogo! Se posso consigliarvi, è il momento per ordinare i pack di etichette per la scuola e i braccialetti identificativi per quando si è in viaggio!

PS – no, le lenzuola non sono mai tornate bianche. Ho usato candeggina, Omino Bianco, Vanish. Niente è servito a cancellare il danno del rinverdente per gelsomini. Nemmeno il perborato.

(Post in collaborazione con Stikets)

Cakemania, eco food blog di Sasha Carnevali