Intervista a Kelvin Chua

Kelvin Chua

Cakedesigner, artista e istruttore nell’arte della sugar craft, vincitore di premi internazionali: ecco a voi il 33enne Kelvin Chua, decoratore dalla mano straordinaria con base in Malesia, Singapore, Hong Kong, Indonesia, Melbourne e Londra.


Quattro anni fa non aveva ancora avuto alcun contatto con il mondo della ghiaccia reale, ed ora… guardate di cosa è capace! Rapiti dalla sua maestria, gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia.

Dove vivi?
Kuala Lumpur, in Malesia.
Il cakedesign è la tua occupazione ufficiale?
Sì, full-time sugar craft!
Come ci sei entrato?
Nel 2008 ero mezzo disoccupato ma non ero minimamente interessato a questa arte. La mia adorabile ragazza Lyphine invece la stava avvicinando; ricordo che mi lamentavo dello zucchero a velo che invadeva la cucina! Un giorno mi disse che voleva seguire un corso a Londra, ma poi non ebbe il tempo di farlo così andai io al suo posto. Da quel momento sono diventato sugar craft-dipendente.

 


Ricordi la prima volta che hai visto una torta decorata e hai pensato “wow!”?
Sì, era all’inizio del 2008, ero al Salon Culinaire Hotelympia di Londra. Sono rimasto colpito dalle torte scolpite di Michelle Wibowo.
In che modo ti sei impossessato della tua tecnica?
Corsi a Londra, libri, competizioni. I miei idoli sono Kerry Vincent, Eddie Spence, Colette Peters la mia grande amica Elizabeth Fundell. Hanno tutti capacità e stili diversi.
Sei pasticcere oltre che decoratore?
È difficile che io cucini.
Come prepari un progetto? Disegni su carta, fai un rendering al computer, improvvisi direttamente sulla torta?
Ogni mia creazione nasce da uno schizzo su carta. Ho notato che molte cose possono essere trasformate in torte, dall’architettura alla moda all’arte.

 


Hai degli assistenti?
Lavoro con la mia ragazza: è la mia assistente, consigliera, mi ricorda cosa devo fare. È tutto per me!
Quali sono i tuoi attrezzi e i tuoi ingredienti preferiti?
La ghiaccia reale e la mia mano.
Di quale tecnica vai più fiero?
Pittura su torta. Ho frequentato l’accademia d’arte e ho lavorato per tre anni come vetrinista in un centro commerciale e come artista freelance allo stesso tempo.


Tra le tue creazioni, di quali sei più orgoglioso?
“Il viaggio dei cigni” e “Il saluto dei cherubini”. Sono in stili completamente diversi e sono nati per delle gare, non per dei clienti. Nel primo caso la difficoltà stava nel trovare la giusta forma e tenerla in equilibrio, oltre che nell’utilizzo di molte tecniche diverse per la pasta di zucchero. Nel secondo caso, nella pittura e nelle extension e nelle stringhe in ghiaccia reale.
Se potessi avere la possibilità di creare la torta più incredibile, che cosa faresti?
Credo che la farò quest’anno: una pagoda cinese, tutta dipinta e decorata in pipino di ghiaccia reale.

 

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